“Il Resto del Carlino”- ECONOMIA – del 20 maggio 2013
(AGI) – Mirandola, 20 mag. – L’accordo con la Provincia di Modena, che sancisce il finanziamento da parte di Eni con un contributo di 2 milioni di euro e’ stato siglato questa mattina a Mirandola a un anno esatto dalle prime scosse di terremoto che nel maggio scorso sconvolse nell’Emilia: l’accordo prevede il recupero dell’Istituto Tecnico Superiore Luosi di Mirandola, gravemente danneggiato dal Sisma. I lavori, che faranno rinascere la scuola rinnovandola, partiranno nel corso dell’anno per concludersi entro l’anno scolastico 2014-2015. Il progetto e’ stato presentato a Mirandola alla presente di Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, Giuseppe Recchi, presidente di Eni, Giorgio Siena, preside dell’Istituto Luosi e Maino Benatti, sindaco di Mirandola. “Il sostegno di Eni – ha sottolineato Sabattini – copre praticamente tutti i costi di un intervento che ci consente di restituire alla comunita’ un edificio antisismico al 100% quindi ben oltre il 60% previsto dall’ordinanza regionale”. “Gli studenti che sono temporaneamente nei moduli provvisori – ha spiegato ancora il presidente della Provincia – potranno cosi’ rientrare in tempi ragionevolmente brevi nella sede della nuova scuola. Obiettivo – ha detto ancora Sabattini – che con le sole risorse pubbliche sarebbe stato difficile realizzare”.
“Nel momento in cui Mirandola e le altre citta’ dell’Emilia sono alla ricerca di ottimismo e fiducia nel futuro – ha aggiunto il presidente Eni, Giuseppe Recchi – Eni non poteva non essere presente. Abbiamo deciso di farlo nella maniera che reputiamo migliore – ha spiegato – quella di conseguire alla ricostruzione di una scuola, il luogo nel quale i nostri ragazzi devono formare i loro saperi e la loro coscienza”.
Recchi, che ha parlato a lungo sottolineando la grande e forte dignita’ della gente dell’Emilia e di Mirandola in particolare colpite dal sisma ma anche dei tanti imprenditori soprattutto nel settore biomedicale anche non si sono persi d’animo pure in questa difficile situazione, riuscendo a ripartire aumentando addirittura il fatturato delle loro imprese, Recchi ha lanciato questo messaggio: “A voi e a tutti i cittadini di Mirandola dico che su questo punto avete a disposizione un asso nella manica formidabile, qualcosa che appartiene al dna di questa terra: la capacita’ di innovare”. “Esattamente un anno dopo quei tragici giorni siamo qui a testimoniare che Mirandola ce la sta facendo” ha detto il presidente di Eni, Giuseppe Recchi, nel suo intervento a Mirandola. Recchi, che ha parlato di Mirandola come “un luogo molto familiare, dove ho passato molti anni della mia infanzia, quando sono qui sono a casa”, ha spiegato che la cittadina non ce la sta facendo solo a superare la drammatica emergenza seguita al sisma, ma soprattutto, “con l’orgoglio e la volonta’ tipiche di questa terra Mirandola ce la sta facendo a rimettersi in piedi e a correre veloce. “Oggi – ha detto ancora il presidente di Eni – e’ il momento di tornare a guardare lontano per questo territorio, cosi’ ricco di storia e capacita’ di innovazione”. Recchi si e’ poi rivolto ai giovani definendoli “la speranza principale per la citta’ di Mirandola e per il paese intero”. “Ricostruire dopo un terremoto – ha detto ancora Recchi rivolto ai giovani presenti in sala – non significa solo mettere in sicurezza le strutture ma anche riattivare il tessuto sociale della societa’. Se c’e’ una ferita che il sisma rischia di lasciare aperta – ha concluso il presidente di Eni – e’ proprio quello di non vedere Mirandola restituita ai suoi ritmi, alla sua gente, soprattutto alle sue ragazze e ai suoi ragazzi. Certo di vorra’ del tempo perche’ tutto torni come prima, e forse non tutto sara’ esattamente come lo ricordate. Ma il colpo durissimo che avete subito puo’ e deve essere l’occasione anche per innovare, per immaginare la citta’ che voi giovani abiterete fra vent’anni”.
I giovani e in generale i cittadini di Mirandola hanno a disposizione “un asso nella manica formidabile, qualcosa che appartiene al Dna di questa terra: la capacita’ di innovare”: ha sottolineato il presidente di Eni. Recchi ha ricordato che il terremoto non ha colpito solo le chiese e le scuole di questa terra ma “ha distrutto purtroppo capannoni e fabbriche riconosciute in tutto il mondo come un’autentica eccellenza. Mi riferisco – ha spiegato – alle aziende italiane e straniere che qui, dagli anni Settanta, hanno trovato terreno fertile per prosperare creando benessere e occupazione. Prima del terremoto – ha detto ancora Recchi – il solo distretto biomedicale ha contribuito per il 2% al pil nazionale. Bisogna al piu’ presto tornare a quei livelli e se possibile accrescerlo ulteriormente – ha concluso – ne ha bisogno questo territorio e ne ha bisogno anche l’Italia. Senza crescita economica e spinta all’innovazione, non coi puo’ essere buona occupazione”. (AGI) .